FIMAA e FIAIP, in un incontro svoltosi in data 2 febbraio a Roma, hanno affrontato il tema dell’ingresso di banche e istituti di credito nel settore dell’intermediazione immobiliare, denunciando il rischio di oligopolio e condizionamento del mercato. Una grande banca ha capacità di investire milioni in campagne marketing e, soprattutto, la possibilità di presidiare sotto un unico brand praticamente tutto il territorio. Inoltre, il potere di concessione del mutuo incide non poco sulla decisione di un cliente di rivolgersi ad uno sportello per la prestazione di un servizio immobiliare.Il Presidente Nazionale Fiaip Paolo Righi e quello di Fimaa Santino Taverna hanno ribadito il loro netto no all’ingresso di alcuni istituti di credito nel settore immobiliare. Queste le dichiarazioni. “Riteniamo – sottolineano in una dichiarazione congiunta i Presidenti nazionali di Fiaip e Fimaa – come sia necessario evitare l’insorgere di nuovi conflitti di interessi e concentrazioni da parte delle banche nell’immobiliare. Appoggiamo gli emendamenti presentati in questi giorni dai parlamentari della maggioranza Linda Lanzillotta (PD), Camilla Fabbri (PD) Giuseppe Marinello (AP-NCD), Aldo Di Biagio (AP-NCD) e dell’opposizione Andrea Mandelli (FI), Paola Pelino (FI), che intendono impedire l’insorgere di forme di conflitto di interessi e concentrazione nel settore delle compravendite immobiliari da parte degli istituti di credito”.“Entrambe le organizzazioni – continuano – ritengono che l’approvazione del disegno di legge concorrenza fornisca oggi un’importante occasione per tutelare il consumatore e disciplinare questo nuovo settore di attività, dove gli istituti di credito stanno operando da alcuni mesi effettuando un’attività di concorrenza sleale e di scarsa tutela nei confronti della clientela. L’attività svolta da alcuni istituti di credito lede la libera concorrenza nel settore e rischia di danneggiare in primis i consumatori”.
Previous article
I 4 ERRORI CHE COMMETTE UN PRIVATO QUANDO PENSA DI VENDERE CASA DA SOLO
Next article
NUDA PROPRIETÀ: CHI LA COMPRA E PERCHÉ?