Sovente la nuda proprietà è stata considerata un argomento tabù e solo in tempi relativamente recenti, di certo anche per motivi legati alla crisi economica, è stata rivalutata come un metodo di investimento immobiliare.

A gennaio scorso la legge italiana ha definito poi parametri più precisi per un tipo di finanziamento in qualche misura simile, il prestito vitalizio ipotecario che voleva agevolare i proprietari di casa anziani e in difficoltà economiche.

Ma chi compra oggi in Italia immobili in nuda proprietà? E per quale motivo sceglie questo genere di acquisto? A queste domande ha cercato di rispondere uno studio pubblicato nei giorni scorsi da Tecnocasa che è riuscito a dare un quadro piuttosto preciso.

Intanto chi compra.  Quasi un acquirente su due (48%) ha un’età compresa fra i 45 ed i 54 anni e si orienta su tagli piccoli o medi, raramente superiori al quadrilocale. Nel 76% dei casi si tratta di persone sposate e sommando questi primi dati non sorprende scoprire che addirittura nell’82% dei casi si ricorra alla nuda proprietà come un investimento a medio o lungo termine, facile ipotizzare che i beneficiari saranno i figli, mentre l’immobile oggetto di acquisto è considerato abitazione principale dall’acquirente solo in 18 casi su 100.

E poi chi vende. Tecnocasa ha guardato con attenzione anche all’altra metà della torta, i venditori. Quasi l’80% di loro ha già compiuto i 65 anni, e scelgono di vendere la casa con la formula della nuda proprietà per ottenere liquidità con cui continuare a garantirsi anche in vecchiaia un buon tenore di vita o, ancora, per aiutare i figli ad acquistare un nuovo immobile. Chi vende è solo, per divorzio o vedovanza, nel 65,3% dei casi, ma c’è anche una fetta di venditori (circa il 14%) che lascia la casa per trovarne una migliore in cui trasferirsi.

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